domenica 18 marzo 2018

Tracce neoplatoniche orfico-ermetiche rinascimentali


Tracce neoplatoniche orfico-ermetiche rinascimentali: 





Orfeo (sopra), Pitagora, Platone ed Aristotele (sotto), di Luca della Robbia (1399 o 1400 - 1482), formelle del Campanile di Giotto (lato nord), ora al Museo dell'Opera del Duomo, Firenze.









(sotto) Tarsia di Orfeo - o, secondo il catalogo della Fondazione Zeri, di Esculapio - del pavimento della Cappella di santa Caterina, San Domenico, Siena, opera per alcuni anonima, per altri attribuita a Domenico Beccafumi (1486 – 1551 ) o Francesco di Giorgio Martini (1439 – 1501).





Il fatto che il personaggio tenga in mano uno specchio farebbe propendere per l'interpretazione orfica, essendo esso uno degli oggetti simbolo di Dioniso Zagreo. Sappiamo però che il Neoplatonismo era sincretistico anche riguardo ai materiali che erano alla base delle allegorie in esso usate, che le divinità vi erano assimilate tra loro e che Esculapio/Asclepio era una figura fondamentale della sua dottrina.



Naturalmente ancora una volta la presenza di personaggi pagani all'interno di una chiesa cristiana allude alla funzione che era loro attribuita di profeti della venuta di Cristo: così erano spiegate le analogie che i Neoplatonici intravedevano tra certe allegorie e dottrine pagane presenti nei testi che studiavano e gli insegnamenti biblici ed evangelici.

(dalla pagina Facebook Leopardi ed il Neoplatonismo in Arimane, la scelta delle tenebre, @ArimaneLeopardi).

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