Michelangelo Merisi da Caravaggio, San Giovanni Battista, 1604 ca
Galleria nazionale d'arte antica, Roma

Il 24 giugno, giorno di San Giovanni, collegato al solstizio estivo, è una sorta di antico “capodanno”, uno di quei passaggi dell'anno che le culture antiche hanno celebrato con riti e festività che hanno lasciato traccia anche nel nostro immaginario e nel nostro folklore di occidentali moderni. Proprio al solstizio estivo si apriva, secondo dottrine filosofiche e religiose seguite da Greci e Romani che si ispiravano al Pitagorismo, una “porta”, dunque un passaggio – diremmo d'iniziazione -, situato - ce lo spiega esaurientemente Macrobio nel suo commento al “Somnium Scipionis” di Cicerone - là dove il sole sembra fermarsi allo zenit per poi invertire il suo corso e ridiscendere, cioè sul Tropico del Cancro: si tratta della “porta degli uomini”, che metteva in comunicazione mondo materiale e mondo spirituale, dalla quale passavano le anime per incarnarsi negli esseri umani (al solstizio invernale, nel Tropico del Capricorno, si apriva invece la “porta degli dei”, dalla quale le anime dei giusti facevano ritorno al cielo, nel novero degli dei immortali).
La Chiesa delle origini, conformemente alla prassi di sostituire feste cristiane a festività pagane per abolirne tradizione e memoria, fissò nel giorno in cui si celebrava Giano Bifronte, custode delle porte solstiziali, e in cui il sole pare fermarsi e cambiare direzione, diminuendo da allora di giorno in giorno la durata del suo corso, la festa di San Giovanni Battista, il Precursore di Gesù, il Santo che, secondo il Vangelo di Giovanni, disse, riferendosi al Cristo: ”Egli deve crescere e io invece diminuire.”  Egli è l'unico santo del quale sia celebrato anche il dies natalis oltre al giorno della morte – 29 agosto, “San Giovanni decollato”, ovvero la memoria del martirio. La celebrazione del giorno della nascita, cioè “natale”, lo accosta al Natale di Gesù, celebrato quasi specularmente sei mesi dopo, mentre il nome Giovanni ne mette la memoria in relazione a quella dell'altro San Giovanni, l'Evangelista, la cui festa è celebrata il 27 dicembre (come si può notare, le feste citate cadono tutte e tre in epoca solstiziale, ingresso in una nuova fase dell'anno e in prossimità del nostro Capodanno).
Il giorno in cui si celebra il Battista è dunque una festività molto solenne, nella quale convergono credenze, miti e usanze che risalgono ad epoche e a culture antichissime, molte delle quali imprecisate, che nascondono simboli a volte decifrabili, a volte dal significato che si perde nel buio dei tempi passati, che spesso hanno attorno a sé l'aura del magico e dell'esoterico o quantomeno della superstizione. Nessun'altra ricorrenza è tanto ricca di tradizioni, a parte Natale e Pasqua.
Tra le consuetudini più note vi sono i falò della notte tra la vigilia e la festa,  usanza legata a riti di purificazione - ed il Battesimo impartito da San Giovanni aveva anch'esso tale caratteristica -, che sono propri non solo di culture dell'Europa continentale, ma anche della tradizione latina e persino dei Berberi del Nord Africa, che li accendono proprio il 24 giugno per celebrare l' “ànsara”, festa dei campi coltivati - , il mazzetto delle erbe aromatiche – che in numero di sette o nove e di varie specie, ma obbligatoriamente comprendenti salvia e rosmarino, dovranno essere conservate fino alla festa dell'anno successivo, perché allontanino le influenze negative -, la raccolta della rugiada della notte, ritenuta magica e risolutrice di molti problemi, tra cui la calvizie, o il bagnarsi con acqua profumata da erbe e fiori – forse non è estraneo all'uso dell'acqua nelle sue varie forme anche il ricordo del Battesimo che San Giovanni conferiva con essa, ma la credenza popolare ha dato importanza anche alla caratteristica di segno d'acqua del Cancro e, per quanto riguarda la vigoria delle essenze, all'influenza della luna, che ha casa in questo stesso segno zodiacale; è tuttavia logico che, proprio in questo periodo di massimo rigoglio vegetale, nelle erbe officinali e nelle piante aromatiche si sviluppino maggiormente i principi attivi. A proposito di vigoria delle piante, si dice che il 24 giugno sia la data ideale per fare talee che attecchiscano, soprattutto quelle di geranio.
A queste usanze – seguite in molti luoghi e con variazioni più o meno significative – si associano rituali di premonizione e di divinazione del futuro, caratteristici dei periodi in cui cada un “capodanno”: per esempio, la notte della festa si suole aggiungere chiara d'uovo all'acqua di una bottiglia per conoscere la propria sorte dal disegno che essa avrà assunto l'indomani mattina, sperando esso si riveli una barca a vela, segno oltremodo benaugurante (questo rituale è eseguito invero anche il giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo).
La magia di questa giornata, soprattutto della sua notte, è accresciuta dalla credenza medievale che nel buio notturno volino le streghe, che devono radunarsi a Benevento, sotto il loro famoso noce (e il liquore nocino prodotto con le noci raccolte a San Giovanni si dice sia “miracoloso”); si crede che esse siano capitanate proprio da quell'Erodiade che suggerì alla figlia Salomè di chiedere in dono ad Erode la testa di San Giovanni e che la loro magia cattiva possa essere neutralizzata proprio dalle virtù delle erbe e della rugiada “santificate” dal Battista.
In alcune località si ritiene  che nel sole della festa giovannea si possa scorgere la testa decollata del Santo e/o che la si veda girare: Alfredo Cattabiani, nel suo libro “Calendario”, citatissimo per illustrare questa ricorrenza, ritiene che il supposto fenomeno possa essere spiegato con il movimento del sole al solstizio, ovvero l'apparente cambio di direzione che l'astro prende dopo che paia fermarsi allo zenit.
Non credere al valore magico di queste tradizioni piene di simbologie affascinanti non esclude di volere tramandarle come segno di buon augurio o di devozione verso un Santo amatissimo o comunque in nome della cultura antropologica, ma soprattutto come “sogno”... e ben lo seppe Shakespeare, che ambientò in questa data – che, come vuole la tradizione dell'Inghilterra, in cui il periodo di clima propriamente estivo è molto più corto che nei paesi mediterranei, è il “Midsummer day”- il suo “Sogno d'una notte di mezza estate”, pieno di fate, folletti e presenze magiche e misteriose.